Tu felice, io sano

William Chopik, assistente professore presso l’Università dello Stato del Michigan, USA, ha pubblicato uno studio sulla rivista medica American Psychological Association, che ha rilevato che gli sposi felici sono più propensi ad avere una salute migliore nel corso del tempo.
Lo studio ha esaminato i dati di coppie tra i 50 anni e i 94 anni di età, analizzando fattori quali la felicità, la salute auto-stimata e l’attività fisica: i risultati hanno mostrato che le persone felici sono generalmente sane e non esiste nessuna differenza tra mariti e mogli. Avere un partner felice può migliorare la propria salute, a prescindere dal cercare di essere felici da se stessi.
In pratica, rispetto ai partner infelici, un partner felice dà maggiore sostegno sociale, può coinvolgere il coniuge in attività che promuovono la buona salute, come ad esempio il mantenimento di cicli regolari di sonno, il mangiare cibo nutriente e l’esercizio; comunque rende la vita di una persona più semplice, anche se non esplicitamente più felice.

 Salute e …peggio nun nisse.

La solitudine del partner quando di mezzo c’è il telefonino

Si chiama “partner phubbing”, da “snubbing” (snobbare) e “phone” (telefono): lo fa chi trascura, in modo assai poco educato, la persona con cui si è impegnati, non importa dove e in quale occasione, per controllare compulsivamente lo smartphone.

Secondo uno studio dell’Università texana di Baylor pubblicato su Computers in Human behavior più del 30% degli intervistati non riceve le giuste attenzioni dal partner e nel 20% dei casi è proprio il telefono perennemente in mano ad aver incrinato il rapporto con il compagno. E non tanto per gelosia dovuta ai sospetti su chissà cosa nasconda, ma proprio per la sensazione di tristezza e inquietudine che deriva dal sentirsi trascurati e lasciati soli.

Il cellulare è diventato un “altro” ingombrante, che anche quando non squilla si fa sentire. E, soprattutto, guardare senza sosta. Questo perché ci si illude di possedere una rete di relazioni, più ampia di quella effettiva e reale, fatta di ammiratori virtuali, seguaci (followers) e likers che sanno gratificarci come si deve.

Nella coppia non è nemmeno più questione di tradimento, ma proprio di trascuratezza. È come essere trasparenti. Chi sta a fianco a una persona, che non si stacca mai dal dispositivo, subisce una sensazione di vero abbandono…

da La Repubblica.it - di ALESSANDRA BORELLA

Salute e …peggio nun nisse.

 

Ora legale

Uno studio dell’Università di Berkeley presentato al meeting della Society for Personality and Social Psychology afferma che nei giorni immediatamente successivi all’ingresso dell’ora legale aumentano anche i rischi di litigi all’interno della coppia.
Dallo studio è emerso che le persone tendono ad essere più egoiste nei giorni successivi al cambio dell’ora e la probabilità di un litigio di coppia è molto più alta. Secondo i ricercatori questo è dovuto al fatto che si dorme poco.

Comunque fra gli “effetti avversi” sulla salute dell’ora di sonno persa i peggiori sono a carico del cuore. Secondo diversi studi proprio nel giorno successivo al cambio c’è un aumento del 5% dei ricoveri per infarto.

Attenzione! Il cambio dell’ora è vicino: avverrà nella notte tra sabato 28 e domenica 29 marzo.

Perché si passa all’ora legale?
Perché consente di risparmiare la luce elettrica in favore della luce solare per molti mesi, tant’è che in Italia è stato calcolato che in 6 anni sono stati risparmiati ben 6 miliardi di Kilowatt/h, per un guadagno quantificabile in circa 900 milioni di euro.

Salute e …peggio nun nisse.

 

L’alcol il più pericoloso

Secondo uno studio delle università di Toronto e Dresda, pubblicato dalla rivista Scientific Reports, tra le cosiddette sostanze psicoattive, che possono dare dipendenza, l’alcol è la sostanza più pericolosa, seguito da eroina, cocaina e tabacco, tutte considerate ad alto rischio. La marijuana è in fondo alla classifica, con un indice 114 volte più basso rispetto all’alcol.
I ricercatori hanno calcolato il rischio di morte associato alle principali sostanze che possono dare dipendenza tenendo conto anche della quantità tipicamente consumata dall’uomo. Il risultato conferma che il rischio per la cannabis, almeno riferito alla morte, potrebbe essere stato sovrastimato in passato, mentre quello per l’alcol sottostimato.
Dato il rischio relativo associato forse è raccomandabile una priorità agli sforzi di risk management nei confronti di alcol e tabacco, mentre per la marijuana il rischio basso suggerisce uno scenario legale strettamente regolato, piuttosto che il corrente proibizionismo.

(ANSA)

Salute e …peggio nun nisse.

Lavoro usurante

La turnistica lavorativa è nota non solo per disturbare i normali ritmi circadiani dei lavoratori e la loro vita sociale, ma anche per essere associata a disturbi della salute, come per esempio ulcere gastriche, malattie cardiovascolari, sindrome metabolica, cancro al seno e difficoltà riproduttive, con effetti negativi sulla sicurezza e la produttività.

Di recente si è osservato che il lavoro a turni, svolto per lunghi periodi, altera anche la capacità intellettiva.

Secondo uno studio francese presso l’Université de Toulouse e Swansea University, pubblicato su Occupational & environmental medicine, la turnistica lavorativa si lega effettivamente a una riduzione delle capacità mentali. Lo studio ha confrontato i risultati di coloro che non avevano mai svolto il lavoro a turni con coloro che avevano fatto più di 50 notti in un anno. È stato stimato, in base ai risultati delle prove cognitive, che 10 anni di lavoro a turni determinano un invecchiamento del cervello di 6,5 anni. Il disturbo comunque è reversibile, seppure lentamente: per recuperare appieno il livello delle funzioni cerebrali dopo aver lasciato il lavoro a turni ci vogliono almeno 5 anni.

In conclusione un lavoro a turni compromette cronicamente le capacità cognitive, con conseguenze potenzialmente importanti sulla sicurezza, non solo per le persone interessate, ma anche per la società.

Salute e …peggio nun nisse.

La paura della fatica

Una lattina di soda, di cola o un succo di frutta contengono fino a 250 calorie, pari a 16 cucchiaini di zucchero. Per smaltirla ci vogliono 50 minuti di corsa o 8 chilometri di camminata.
I ricercatori della Johns Hopkins University Blooomberg school di Baltimora hanno pubblicato sull’American journal of public health uno studio dove il 40% dei ragazzi fra i 12 e i 18 anni, informati di quanto avrebbero dovuto muoversi per “consumare” tutte le calorie contenute nelle bevande zuccherate che stavano per comprare, ha rinunciato a comprarsele. In quei supermercati le vendite delle bevande dolci sono calate del 54% mentre, contemporaneamente, gli acquisti dell’acqua minerale sono aumentate del 3%.

In pratica, per modificare le cattive abitudini alimentari degli adolescenti, un nuovo punto strategico potrà essere la paura della “fatica”.

Salute e …peggio nun nisse.

Wolrd sleep day

Oggi si celebra la Giornata mondiale del sonno, promossa dal World Sleep Day Committee dell’Associazione Mondiale di Medicina del Sonno, e vuole ridurre i disturbi del sonno attraverso la cultura della prevenzione.

I disturbi del sonno costituiscono un problema globale che mette a rischio la qualità di vita per almeno il 45% della popolazione mondiale, colpendo in maniera sempre maggiore anche gli anziani e i bambini.
Gli italiani che soffrono di problemi del sonno sono circa 12 milioni.
I disturbi del sonno più frequenti sono: l’insonnia, i disturbi di movimento (gambe senza riposo, disturbi comportamentali in REM), e i disturbi respiratori durante il sonno (grave russamento ed apnee ostruttive). Anche lo stress ha un impatto molto forte sulla qualità del sonno.
Circa il 23% degli incidenti stradali è causato da sonnolenza.
Si stima che un terzo delle persone dorma troppo poco, molto meno delle 7-9 ore al giorno consigliate dagli specialisti. Colpa delle preoccupazioni per il lavoro che c’è e per quello che non c’è, di un eccesso di stimoli, di abitudini sbagliate, dei rumori, della cultura della fretta. Dovremmo dormire un minimo di sette ore per notte.
Una ricerca svolta dall’Università del Surrey in Inghilterra ha rilevato che basta un’ora di sonno in più o in meno per cambiare la qualità della vita e anche le prospettive di salute delle persone. Una deprivazione leggera di sonno sembra sufficiente per incidere su processi infiammatori, risposte immunitarie, reazioni allo stress, metabolismo cellulare, e dunque sul rischio di sviluppare malattie, che vanno dal diabete al cancro. Dormendo meno di sei ore per notte la situazione peggiora. È stato dimostrato che un’ora di sonno in più per sei settimane basta a far scendere drasticamente la pressione sanguigna negli ipertesi.

La World Association of Sleep Medicine (WASM) per avere un buon sonno consiglia di respirare bene, avere un sonno riposante e un corpo sano. Viene sottolineata l’importanza della durata, ma anche la continuità e la profondità del sonno per svegliarsi al mattino riposati e vigili.

Se dalle ore di sonno dipendono salute, efficienza, creatività, memoria, stabilità emotiva, allora dormire bene non è tempo sprecato, è un impegno che vale la pena di assumersi.

Salute e …peggio nun nisse.

Tutto bene quando il bambino si sente accolto e ascoltato

La via più efficace per far sì che i bambini imparino le regole di una corretta alimentazione e siano più invogliati a mangiare correttamente è quando l’approccio con il cibo è legato a esperienze sociali e didattiche positive e gradevoli: in pratica sedersi a tavola insieme e in allegria.

Infatti secondo una ricerca condotta dall’Università Bicocca di Milano più del metodo prescrittivo (‘la frutta fa bene’) o di un approccio terroristico e colpevolizzante (‘se mangi un certo alimento diventi obeso’), i metodi pedagogici e comunicativi ‘indiretti’ sono i più adatti per modificare le abitudini alimentari negli adulti e nei bambini, perché veicoli di esperienze positive e gradevoli. Di fondamentale importanza la convivialità e il momento del pasto, il sedersi a tavola a parlare, coinvolgere adulti e bambini nella preparazione del cibo.

Salute e …peggio nun nisse.